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Armenzio trentaduesimo elemento all’interno del presepe napoletano, è un anziano pastore, padre di Benino. Letto in coppia con il figlio rappresentano, rispettivamente, l’anno morente e quello nascente. Armenzio però ha due figli: uno, il maggiore, preferisce l’arte della caccia alla custodia del gregge, l’altro figlio, il più giovane, appunto Benino, è un ragazzetto di buon cuore ma un pò furfantello.
I pastori di Marco e Giuseppe Ferrigno sono vere e proprie opere d’arte, sculture rifinite nei minimi dettagli tali da renderli perfetti oggetti da salotto, pur nel rispetto e nella funzionalità del tradizionale presepe devozionale. La bottega oggi è espressione di un pezzo di anima antica della città, conservando intatta la più alta tradizione napoletana del presepe settecentesco.
Il venditore di pannocchie nel presepe napoletano è il simbolo dell’abbondanza terrena e della prosperità per colui che la riceve e rappresenta il mese di Agosto. Ha lo stesso significato di abbondanza di Donna Carmela. I venditori di cibo sono sempre dodici in quanto sono l’allegoria dei dodici mesi dell’anno.
I pastori di Marco e Giuseppe Ferrigno sono vere e proprie opere d’arte, sculture rifinite nei minimi dettagli tali da renderli perfetti oggetti da salotto, pur nel rispetto e nella funzionalità del tradizionale presepe devozionale. La bottega oggi è espressione di un pezzo di anima antica della città, conservando intatta la più alta tradizione napoletana del presepe settecentesco.
Pastore Benino in terracotta policroma, presenta le seguenti caratteristiche:
Marco e Giuseppe Ferrigno dal 1836, artigiani della terracotta napoletana.
Il cacciatore è uno dei personaggi fondamentali nel presepe napoletano e ciò che fa nascere spesso perplessità è proprio la presenza di questa figura dedito alla violenza (fucile) in uno scenario di pace quale la celebrazione della nascita di Gesù. Il cacciatore, così come la figura del pescatore, è un personaggio legato al fiume: Il pescatore è posto nella parte bassa del corso d’acqua con la canna da pesca e rappresenta la vita. Il cacciatore, invece, sta nella parte alta del corso d’acqua mentre imbraccia un fucile: rappresenta la morte. Insieme simboleggiano il ciclo della vita e la dualità del mondo celeste e di quello dell’Ade.
I pastori di Marco e Giuseppe Ferrigno sono vere e proprie opere d’arte, sculture rifinite nei minimi dettagli tali da renderli perfetti oggetti da salotto, pur nel rispetto e nella funzionalità del tradizionale presepe devozionale. La bottega oggi è espressione di un pezzo di anima antica della città, conservando intatta la più alta tradizione napoletana del presepe settecentesco.
Donna Carmela nel presepe napoletano è il simbolo dell’abbondanza terrena e della prosperità per colui che la riceve.
I pastori di Marco e Giuseppe Ferrigno sono vere e proprie opere d’arte, sculture rifinite nei minimi dettagli tali da renderli perfetti oggetti da salotto, pur nel rispetto e nella funzionalità del tradizionale presepe devozionale. La bottega oggi è espressione di un pezzo di anima antica della città, conservando intatta la più alta tradizione napoletana del presepe settecentesco.
Tutti i pastori sono opere artigianali, le foto sono puramente indicative e i colori delle sete e i dettagli potrebbero subire variazioni.
La castagnara è la venditrice di castagne all’interno del presepe napoletano e rappresenta, in relazione alla sua attività lavorativa con il periodo calendariale in cui essa si svolge, il mese di Novembre.
I pastori di Marco e Giuseppe Ferrigno sono vere e proprie opere d’arte, sculture rifinite nei minimi dettagli tali da renderli perfetti oggetti da salotto, pur nel rispetto e nella funzionalità del tradizionale presepe devozionale. La bottega oggi è espressione di un pezzo di anima antica della città, conservando intatta la più alta tradizione napoletana del presepe settecentesco.
Il ciabattino, in napoletano “solachianiello” è uno dei mestieri più antichi, ormai scomparsi da tempo, colui il cui compito è risuolare le “pianelle”. Fa riferimento a colui che ripara le “ciabatte”, quindi non è un vero e proprio calzolaio. Il ciabattino è una figura che fa parte del paesaggio della città di Napoli e quindi anche del presepe napoletano.
I pastori di Marco e Giuseppe Ferrigno sono vere e proprie opere d’arte, sculture rifinite nei minimi dettagli tali da renderli perfetti oggetti da salotto, pur nel rispetto e nella funzionalità del tradizionale presepe devozionale. La bottega oggi è espressione di un pezzo di anima antica della città, conservando intatta la più alta tradizione napoletana del presepe settecentesco.
Tutti i pastori di Marco e Giuseppe Ferrigno sono considerati vere e proprie opere d’arte, con dettagli e rifiniture pregiate tali da renderli oggetti da salotto, pur nella funzionalità e nel rispetto del tradizionale presepe devozionale.
Il pescatore, nel presepe napoletano, si contrappone al cacciatore come immagine della Vita che si contrappone a quella della morte. Il pescatore può avere diverse rappresentazioni ma il suo significato è sempre quello di fiducia e di sollievo e viene sempre rappresentato con ceste di pesce. Il pesce non solo indica la generazione fisica, ma anche la generazione spirituale: come animale rappresenta chi non si lascia travolgere dalle passioni, e in quanto abitante nell’acqua, fa riferimento alla rigenerazione operata dalla stessa, appunto fonte di vita.
I pastori di Marco e Giuseppe Ferrigno sono vere e proprie opere d’arte, sculture rifinite nei minimi dettagli tali da renderli perfetti oggetti da salotto, pur nel rispetto e nella funzionalità del tradizionale presepe devozionale. La bottega oggi è espressione di un pezzo di anima antica della città, conservando intatta la più alta tradizione napoletana del presepe settecentesco.
I pastori di Marco e Giuseppe Ferrigno sono vere e proprie opere d’arte, sculture rifinite nei minimi dettagli tali da renderli perfetti oggetti da salotto, pur nel rispetto e nella funzionalità del tradizionale presepe devozionale. La bottega oggi è espressione di un pezzo di anima antica della città, conservando intatta la più alta tradizione napoletana del presepe settecentesco.
Particolarmente pittoreschi sono i costumi degli abitanti delle isole di Ischia e Procida.
Il costume della Procidana in particolare è una vera e propria icona romantica. E soprattutto il soprabito che caratterizza la foggia procidana, la zimarra o camiciola, aperta sul davanti, lunga fin quasi alla caviglia, con le maniche strette e i bottoni in oro.
I pastori di Marco e Giuseppe Ferrigno sono vere e proprie opere d’arte, sculture rifinite nei minimi dettagli tali da renderli perfetti oggetti da salotto, pur nel rispetto e nella funzionalità del tradizionale presepe devozionale. La bottega oggi è espressione di un pezzo di anima antica della città, conservando intatta la più alta tradizione napoletana del presepe settecentesco.
Scena “Sfratto di casa” con Pastori in terracotta policroma, occhi di cristallo, arti in legno, corpo in stoppa e abiti in seta di San Leucio. Carretto in Legno, Cane in terracotta policroma con occhi di cristallo. La composizione prevede 2 personaggi più il neonato in braccio alla mamma e il carretto.
Marco e Giuseppe Ferrigno dal 1836, artigiani della terracotta napoletana.
I prezzi sono comprensivi di Euro 200,00 per il banchetto
Arte Presepiale Napoletana dal 1836
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